venerdì 25 marzo 2016

Biografia

Emanuele Rufo è nato a Castel di Sangro (AQ) il 12 Febbraio 1987.

Il suo primo incontro con la zampogna è avvenuto nel 1994, all'età di 7 anni, quando iniziò a frequentare uno dei primi corsi per zampogna e ciaramella organizzato dal Circolo della Zampogna e curato dal maestro Piero Ricci.
Nonostante la sua giovane età e le difficoltà legate allo strumento Emanuele frequentò la scuola per circa 1 anno.
Nel  mese di dicembre 1998, verificatasi l'occasione di poter prendere parte alla trasmissione  televisiva per ragazzi "La Banda dello Zecchino" e spinto dalla voglia di parteciparvi, Emanuele riprese la zampogna e, sotto la guida di un suo zio, in soli 5 giorni imparò a suonare la tradizionale melodia natalizia "Tu scendi dalle stelle".
Dal 1999 al 2001 ha frequentato la "Scuola di Musica per zampogna e ciaramella" istituita dal Circolo della Zampogna nell'ambito del progetto "LEADER II", e i cui corsi vennero tenuti dal maestro Gianni Perilli.
Sia singolarmente  sia con gli altri allievi della scuola, in questi anni Emanuele si esibisce in diverse manifestazioni: il Festival Internazionale della Zampogna di Scapoli, il Northumbrian  Music Nights del Northumberland, il concerto di Hevia a Caserta, il Festival della zampogna di Acquafondata dove conseguì  il premio per il miglior costume.
Successivamente, oltre a continuare a frequentare i corsi della scuola di musica tenutesi da  Lino Miniscalco e Ivana Rufo, Emanuele infittisce le proprie esibizioni e affermazioni televisive.
Si citano in  particolare la partecipazione alla N'docciata di Agnone, ed ai programmi televisivi Sereno Variabile, Geo e Geo, Linea Verde, Sky TG 24, il settimanale di Rai 3 Molise,  Children's Channel AL Jazeera oltre a diverse partecipazioni su reti regionali, nazionali ed internazionali; udienze private e pubbliche al cospetto di Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco I,  la partecipazione a diversi presepi viventi in ambito regionale ed extraregionale (Roma Vaticano, Cercemaggiore, Pesche, Miranda, Formia),
incontro con il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e ad altre autorità civili e militari quali:
l'Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia  Foglietta 
il Presidente del Senato l'On. Pera
il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Gen. Gottardo
il Comandante Generale della Polizia di Stato Gen. De Gennaro
il Comandante Generale della Guardia di Finanza Gen. Speciale
la partecipazione a lezioni esplicative presso l'Università degli Studi del Molise, l'esibizione a Boston in occasione dell'incontro annuale della Dante Alighieri Society nel Dicembre 2006.
Esibizione presso le associazioni di italiani e molisani all'estero a Philadephia (USA) e Caracas (Venezuela).
Concerti "Natale in Vaticano" con il suonatore di gaita austuriana Josè Angel HEVIA nel 2015 e nel 2017.
Nelle sue performance Emanuele utilizza sia zampogne tradizionali, prevalentemente la 20 e la 25 a chiave, sia la zampogna modificata del maestro Pietro Ricci.

Emanuele Rufo © Copyright - Tutti i diritti riservati.

La Zampogna e la Ciaramella

La zampogna è uno strumento dalle origini antichissime, le cui prime notizie storiche vengono fatte coincidere con il periodo dei Sanniti e della Roma Imperiale del I secolo d.C.
Secondo alcune fonti infatti, l'odierna zampogna deriverebbe dall'evoluzione dell’antico strumento latino "utriculus", primo aerofono a sacco della storia nato dallo sviluppo dell' "aulòs", celebre flauto di origine greca.
Si pensa, infatti, che proprio in questo periodo storico a due "aulòi" greci venne aggiunto un otre, ossia una sacca, anticamente  in pelle di pecora, che fungeva da serbatoio d'aria per il suonatore; "geniale invenzione" questa, che avrebbe dato vita all'attuale strumento.
La zampogna, è uno strumento che fa capo alla famiglia delle cornamuse appartenente alla classe degli aerofoni a sacco, in quanto è definita, secondo il linguaggio scientifico, come "aerofono a sacco a canne multiple dotato di ance doppie", ed in particolare si indica con tale termine più dettagliatamente, l’aerofono dell’Italia centro-meridionale.
Tale strumento è composto da un mono impianto che comprende:

La Testata
Blocco ligneo cavo, denominato dialettalmente vosca", in cui vengono inserite le canne sonore.

Chanters 
Canne sonore divergenti e conicihe di lunghezza differente, uno destro melodico più corto (ritta) con 5 fori ed uno sinistro ritmico più lungo (manca)  con  4 fori sul quale, in alcuni modelli, è montata la chiave, meccanismo di tipo meccanico preposto alla chiusura di un foro posizionato ad una distanza maggiore dagli altri, ed aventi entrambi i chanters all'estremità inferiore la campana, pezzo di legno di forma riconducibile ad un tronco di cono cavo avvitato al fuso, con una conicità interna  maggiore di quella dei fusi.

Bordoni (contro)
Canne sonore dei quali uno attualmente muto ed uno conico formato dall'unione di due parti tenute insieme da un collegamento ad incastro.

Il Coprichiave ( barilotto
Pezzo di legno cavo che copre il meccanismo della chiave.

L'insufflatore (abbuttarigl’)
Cilindro cavo attraverso il quale viene riempito d'aria la sacca.

L’otre
Sacca di diverso materiale (pelle di animale o gomma) che funge da serbatoio d’aria.

Fin dalla sua nascita, la zampogna ha subìto continue evoluzioni fra le quali ad esempio, l'introduzione della chiave e dell’otre, accorgimenti atti entrambi a facilitare il lavoro fisico del suonatore.
Lo strumento dotato del meccanismo di tipo meccanico è definito "Zampogna a chiave" ed è l'elaborazione della "Zampogna zoppa", appunto non dotata di chiave ed avente anche una diteggiatura differente dall'altro tipo.
L'anima di tutti questi strumenti però sono le ance, 2 lamelle appaiate e legate insieme da spago impeciato attorno ad un cilindretto plastico o metallico detto ramaruolo, realizzate con la pianta di "arundo donax" (canna marina), tipica delle spiagge laziali del Mar Tirreno.
La zampogna, in particolare quella molisana viene suonata posizionando normalmente l’otre sotto il braccio destro, a differenza invece di quella lucana, il cui otre può essere posizionato sotto il braccio sinistro, unitamente allo scambio di posizione del chanter melodico (ritta) con quello ritmico (manca).
Quasi sempre, in coppia alla zampogna viene suonata la Ciaramella, dialettalmente denominata "biffera" strumento molto simile ad un oboe, dotato anch'esso di un'ancia doppia ed avente nove fori di cui otto posizionati anteriormente ed uno posteriormente. La ciaramella è di solito lo strumento solista, mentre la zampogna è prevalentemente considerata da accompagnamento, così come vuole la tradizione.



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Scapoli

Scapoli è un comune molisano della Provincia di Isernia di circa 1000 abitanti che sorge a ridosso di un colle ai piedi della maestosa catena montuosa delle Mainarde nell'area dell'Alta Valle del fiume Volturno. Il nome del paese potrebbe derivare dalla parola latina "Scopulus" che significa rupe, scoglio, oppure da " Scopulae", spalle, in riferimento alla sua posizione morfologica rispetto ai monti delle Mainarde che fanno da sfondo al centro abitato.
Le origini del paese, secondo quanto si può dedurre dal "Chronicon Vulturnense", antico testo redatto nel 1130 dal Monaco Giovanni dell'Abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno si fanno risalire al periodo medioevale intorno al IX secolo d.C.
Secondo questo antico testo inoltre, l'insediamento di Scapoli nacque sulle terre dell'abbazia ad opera dei monaci benedettini dopo il saccheggio da parte dei Saraceni.
Dalla sua nascita il paese subì numerose influenze di varie famiglie nobiliari, tra le quali la famiglia Borello che sottrasse tutta la Valle del Volturno al monastero benedettino, territorio che ritornò nelle mani dei monaci solo grazie all'intervento del Papa Nicolò II.
Successivamente passò nelle mani dei Conti dei Marsi e nel 1200 in quelle dei Caldora, per essere poi venduto alla famiglia Pandone.
 Nel XVI secolo divenne proprietà dei Bucciarelli i quali, nel 1621 lo cedettero al Barone di Cerro al Volturno, Innico di Grazia, il quale lo cedette a sua volta alla famiglia Cestari, fino ad arrivare al Marchese Battiloro, possessore del feudo durante il periodo in cui Scapoli fece parte della Terra di Lavoro fino al 1861 quando divenne territorio molisano.
 Durante la seconda guerra mondiale Scapoli si trovò sulla famosa "Linea Gustav", linea di resistenza creata dai Tedeschi per fermare l'avanzamento dei partigiani e fu anche il luogo in cui nacque il primo "Corpo Italiano Motorizzato di Liberazione" che operò sul retrostante Monte Marrone, luogo in cui perse la vita il giovane partigiano Jaime Pintor e dove visse parte della sua vita anche un importantissimo pittore impressionista amico di Monet, Charles Moulin.
Scapoli però è conosciuto in tutto il mondo soprattutto per essere la famosa "Capitale Internazionale della Zampogna", luogo in cui nasce l' inconfondibile suono di questo antico strumento a fiato simbolo dell'atmosfera del Natale.
Scapoli infatti deve la sua caratteristica non solo al melodioso suono di questo strumento ma soprattutto alla tradizione della costruzione della Zampogna, poiché qui abili costruttori realizzano nelle loro botteghe questi magici strumenti con attrezzi e tecniche in gran parte ancora vicine alla tradizione.
Ogni anno, a partire dal 1975, quando su iniziativa dell' allora compianto Sindaco di Scapoli, Pasquale Vecchione, nell'ultimo week-end di luglio si svolge anche il famosissimo "Festival Internazionale e Mostra Mercato della Zampogna", manifestazione che richiama migliaia di persone da tutto il mondo.
Altre feste di rilevante importanza sono la "Raviolata", sagra dei tipici ravioli scapolesi che si svolge nell'ultima domenica di Carnevale e la tradizione dei Falò di San Giorgio, il 22 Aprile, in cui sia in paese che in tutte le borgate si accendono dei fuochi (falò) in onore del Santo Patrono, per terminare il giorno 23 Aprile con la fiera cittadina.



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