venerdì 25 marzo 2016

La Zampogna e la Ciaramella

La zampogna è uno strumento dalle origini antichissime, le cui prime notizie storiche vengono fatte coincidere con il periodo dei Sanniti e della Roma Imperiale del I secolo d.C.
Secondo alcune fonti infatti, l'odierna zampogna deriverebbe dall'evoluzione dell’antico strumento latino "utriculus", primo aerofono a sacco della storia nato dallo sviluppo dell' "aulòs", celebre flauto di origine greca.
Si pensa, infatti, che proprio in questo periodo storico a due "aulòi" greci venne aggiunto un otre, ossia una sacca, anticamente  in pelle di pecora, che fungeva da serbatoio d'aria per il suonatore; "geniale invenzione" questa, che avrebbe dato vita all'attuale strumento.
La zampogna, è uno strumento che fa capo alla famiglia delle cornamuse appartenente alla classe degli aerofoni a sacco, in quanto è definita, secondo il linguaggio scientifico, come "aerofono a sacco a canne multiple dotato di ance doppie", ed in particolare si indica con tale termine più dettagliatamente, l’aerofono dell’Italia centro-meridionale.
Tale strumento è composto da un mono impianto che comprende:

La Testata
Blocco ligneo cavo, denominato dialettalmente vosca", in cui vengono inserite le canne sonore.

Chanters 
Canne sonore divergenti e conicihe di lunghezza differente, uno destro melodico più corto (ritta) con 5 fori ed uno sinistro ritmico più lungo (manca)  con  4 fori sul quale, in alcuni modelli, è montata la chiave, meccanismo di tipo meccanico preposto alla chiusura di un foro posizionato ad una distanza maggiore dagli altri, ed aventi entrambi i chanters all'estremità inferiore la campana, pezzo di legno di forma riconducibile ad un tronco di cono cavo avvitato al fuso, con una conicità interna  maggiore di quella dei fusi.

Bordoni (contro)
Canne sonore dei quali uno attualmente muto ed uno conico formato dall'unione di due parti tenute insieme da un collegamento ad incastro.

Il Coprichiave ( barilotto
Pezzo di legno cavo che copre il meccanismo della chiave.

L'insufflatore (abbuttarigl’)
Cilindro cavo attraverso il quale viene riempito d'aria la sacca.

L’otre
Sacca di diverso materiale (pelle di animale o gomma) che funge da serbatoio d’aria.

Fin dalla sua nascita, la zampogna ha subìto continue evoluzioni fra le quali ad esempio, l'introduzione della chiave e dell’otre, accorgimenti atti entrambi a facilitare il lavoro fisico del suonatore.
Lo strumento dotato del meccanismo di tipo meccanico è definito "Zampogna a chiave" ed è l'elaborazione della "Zampogna zoppa", appunto non dotata di chiave ed avente anche una diteggiatura differente dall'altro tipo.
L'anima di tutti questi strumenti però sono le ance, 2 lamelle appaiate e legate insieme da spago impeciato attorno ad un cilindretto plastico o metallico detto ramaruolo, realizzate con la pianta di "arundo donax" (canna marina), tipica delle spiagge laziali del Mar Tirreno.
La zampogna, in particolare quella molisana viene suonata posizionando normalmente l’otre sotto il braccio destro, a differenza invece di quella lucana, il cui otre può essere posizionato sotto il braccio sinistro, unitamente allo scambio di posizione del chanter melodico (ritta) con quello ritmico (manca).
Quasi sempre, in coppia alla zampogna viene suonata la Ciaramella, dialettalmente denominata "biffera" strumento molto simile ad un oboe, dotato anch'esso di un'ancia doppia ed avente nove fori di cui otto posizionati anteriormente ed uno posteriormente. La ciaramella è di solito lo strumento solista, mentre la zampogna è prevalentemente considerata da accompagnamento, così come vuole la tradizione.



Emanuele Rufo © Copyright - Tutti i diritti riservati.